lunedì 27 maggio 2024

L'ARTE CHE CI UNISCE

 



Di recente nell’aula della 3SL è possibile osservare un murales elaborato dalla classe ai fini di un concorso. Abbiamo avuto la possibilità di dialogare con due componenti rappresentative della classe, Malek Hajaje e Claudia Mita, per farci raccontare dell’iniziativa.

 

Com’è nata l’idea?

 

Dopo aver lavorato sul “Cantico delle Creature”, la nostra prof d’italiano, Bedin Valentina, ci ha chiesto di scrivere un testo in cui esporre le cose per le quali siamo grati. Il concorso è venuto dopo. Ci è stato detto che potevamo scegliere tra elaborato grafico, scritto o fotografico. Noi abbiamo deciso che oltre allo scritto volevamo lavorare sul grafico. La cosa divertente è che gli organizzatori del concorso hanno dovuto creare una categoria a parte per la nostra classe poiché il nostro lavoro è talmente complesso da non rientrare in nessuna delle esistenti.

 

Qual è stato il momento più bello durante la realizzazione di questo progetto?

 

Lavorare in gruppo. Vedere tutti voler mettere qualcosa di sé all'interno di quello che si stava realizzando. Persino le persone più autocritiche e rigide alla fine si sono lasciate trasportare dall’emozione del momento e si sono “sbloccate” dal punto di vista creativo, raggiungendo la consapevolezza del “anche io sono capace di fare qualcosa”. L’altro aspetto molto positivo è stata l’atmosfera leggera e amichevole che allietava l’aula nel clima della collaborazione e della libertà d’espressione. Questa esperienza ci ha aiutato a crescere. Inoltre, la consapevolezza che questo murales segnerà il nostro passaggio, che rende la nostra classe molto nostra, con personalità, è una sensazione che dà molto orgoglio. Ma poi, vuoi mettere girarti durante una lezione e poter ammirare un murales pieno di colori invece di vedere un muro bianco e triste?

 

La proporreste ad altre classi questa attività? Perché?

 

No. Perché è solo nostra e siamo gelosi. Scherziamo, è un’esperienza talmente bella che ogni classe si meriterebbe di viverla, non solo per tutti i motivi che abbiamo già detto (come la sintonia che il lavorare insieme ci ha aiutato a sviluppare), ma soprattutto perché dimostra che si può lavorare, studiare, imparare in modo alternativo a scuola, non solo attraverso i libri, ma anche attraverso l’utilizzo di metodi non convenzionati ma sicuramente più efficaci. Quando la prof ci ha chiesto di scrivere un testo conclusivo su questo lavoro mi sono focalizzata sull’importanza di proporre metodi didattici alternativi proprio perché ci permette di capire che, primo, non sono solo le conoscenze a definire la nostra intelligenza e, secondo, ognuno ha qualcosa di essenziale da offrire.

Simona Nicotra



 

Etichette: , ,

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page