L'ARTE CHE CI UNISCE
Com’è nata l’idea?
Dopo
aver lavorato sul “Cantico delle Creature”, la nostra prof d’italiano, Bedin Valentina, ci ha chiesto di
scrivere un testo in cui esporre le cose per le quali siamo grati. Il concorso
è venuto dopo. Ci è stato detto che potevamo scegliere tra elaborato grafico,
scritto o fotografico. Noi abbiamo deciso che oltre allo scritto volevamo
lavorare sul grafico. La cosa divertente è che gli organizzatori del concorso
hanno dovuto creare una categoria a parte per la nostra classe poiché il nostro
lavoro è talmente complesso da non rientrare in nessuna delle esistenti.
Qual è stato il momento più bello durante la realizzazione di questo
progetto?
Lavorare
in gruppo. Vedere tutti voler mettere qualcosa di sé all'interno di quello che
si stava realizzando. Persino le persone più autocritiche e rigide alla fine si
sono lasciate trasportare dall’emozione del momento e si sono “sbloccate” dal
punto di vista creativo, raggiungendo la consapevolezza del “anche io sono
capace di fare qualcosa”. L’altro aspetto molto positivo è stata l’atmosfera
leggera e amichevole che allietava l’aula nel clima della collaborazione e
della libertà d’espressione. Questa esperienza ci ha aiutato a crescere. Inoltre,
la consapevolezza che questo murales segnerà il nostro passaggio, che rende la
nostra classe molto nostra, con personalità, è una sensazione che dà molto
orgoglio. Ma poi, vuoi mettere girarti durante una lezione e poter ammirare un
murales pieno di colori invece di vedere un muro bianco e triste?
La proporreste ad altre classi questa attività? Perché?
No.
Perché è solo nostra e siamo gelosi. Scherziamo, è un’esperienza talmente bella
che ogni classe si meriterebbe di viverla, non solo per tutti i motivi che
abbiamo già detto (come la sintonia che il lavorare insieme ci ha aiutato a
sviluppare), ma soprattutto perché dimostra che si può lavorare, studiare, imparare
in modo alternativo a scuola, non solo attraverso i libri, ma anche attraverso
l’utilizzo di metodi non convenzionati ma sicuramente più efficaci. Quando la
prof ci ha chiesto di scrivere un testo conclusivo su questo lavoro mi sono
focalizzata sull’importanza di proporre metodi didattici alternativi proprio
perché ci permette di capire che, primo, non sono solo le conoscenze a definire
la nostra intelligenza e, secondo, ognuno ha qualcosa di essenziale da offrire.
Simona Nicotra
Etichette: concorsi, Progetti scolastici, Scuola e cultura
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