lunedì 6 maggio 2024

UN JUKEBOX SOTTO LE STELLE

 


Un jukebox sotto le stelle

C’è una discarica

di cuori spezzati

sotto le stelle;

un jukebox lasciato

suona 24 Mila Baci,

melodia romantica

nel posto più orribile.

 

Cuori opachi, non brillano;

un ballo tra cocci informi,

ogni passo cric-crac,

ma è troppo bello

balla lo stesso.

Solo la notte vede

solo la luna sente.

 

Apri i cancelli

del Tuo Paradiso,

mostralo ai cocci.

Ti fermi,

li raccogli,

li unisci,

tra rosso e nero.

 

Si accendono,

si spengono, fanno

tum-tum, tum-tum;

battono veloci

come passi

di chi fugge

dal triste finale;

 

ma tu balli

e li accendi tutti.

 

 

Mentre scrivevo la mia poesia per il concorso mi sono chiesta tante volte dove si nascondesse la bellezza. Mi sono chiesta cosa sia la bellezza. Ho cercato a lungo una risposta e alla fine vi dico cosa ho trovato, cosa ho ricavato dalla mia caccia al tesoro.                                                                          La bellezza è quella cosa che fa battere il cuore e che non si trova in quei tramonti che sembrano i dipinti di un bravo pittore o in un cielo terso primaverile. O almeno non è solo questo. La bellezza bisogna anche saperla creare usando tutti gli elementi che questo splendido mondo, con le sue mille sfumature e i suoi mille colori, ci regala. Il mondo è davvero un astuccio pieno di così tanti pastelli colorati che sarebbe possibile scrivere un’infinità di poesie e di storie con le loro tonalità brillanti e opache, dal rosa pesca al nero brillante che avvolge le piume dei merli in estate.                    La bellezza ha il colore dei laghi d’estate, così come dei prati di montagna, ma anche delle rose che sbocciano sotto il cielo di maggio e se osservassimo di più la realtà che ci circonda ci accorgeremmo di quanto la bellezza si trovi in ogni angolo, persino in una discarica di cocci informi come quella di cui ho parlato nella mia poesia. Non ho voluto scrivere né di tramonti né di bellissimi fiori perché volevo parlare di una bellezza più difficile da vedere all’occhio umano: quella che si può creare solo attraverso le poesie, quella dei luoghi fantastici, dove tutto è possibile, dove una ragazza come Miriam è capace di rompere i cancelli della nostra immaginazione ed entrare in una discarica di cocci opachi che grazie alla sua grande energia riescono a risplendere sotto una luna candida e a brillare come lampadine creando una scena affascinante in un luogo nel quale non immagineremmo il fascino possa arrivare. La bellezza a volte non nasce dai fiori, nasce dalla cenere. Questa poesia esiste perché sono esistite ed esistono persone come Miriam, persone fantastiche, di cui non deve essere dimenticato l’enorme valore. Ho detto che la poesia nasce dalla cenere perché purtroppo Miriam è venuta a mancare, ma non la sua energia, che vive nelle poesie, nella bellezza delle piccole cose che ci circondano, come le api che volano sui fiori, ad esempio, e che sono il cuore della meraviglia di questo mondo.                          Ed è così che sono arrivata alla conclusione che la bellezza deve essere particolare, perché è la singolarità dei suoi elementi a definirla. È così che una ragazza con un cuore di infinita bontà come quello di Miriam entra in una discarica dove sembrano esserci solo cocci rotti e un vecchio e impolverato jukebox che suona una canzone senza tempo, 24 Mila Baci, felice, allegra, perché la bellezza è anche felicità, leggerezza, gioia che sprizza da tutti i pori. Ed è così che la ragazza balla, con la sua immensa energia è capace di ballare ovunque, anche in una discarica. Non deve esserci tristezza, solo una grande energia. Mentre danza su note spensierate si accorge di questi cocci informi e ha la grande pazienza di raccoglierli uno ad uno e di ricomporli fino a ricreare quei cuori che sono stati prima della sua scomparsa. Ma lei con i suoi passi è più forte anche di quella malattia che l’ha portata via ai suoi affetti e riesce con la sua immensa energia a far battere di nuovo quei cuori e a farli rivivere nella notte, come fossero quelle belle lampadine che se ne stanno sugli abeti a Natale a risplendere di una luce tutta loro.                                                                                       

Non è forse questa scena di una bellezza unica, caro/a lettore/lettrice?         

Marty

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