EDUCAZIONE CIVICA E' SINONIMO DI PENSIERO CONSAPEVOLE
Mercoledì 21 febbraio, sul palco dell’Auditorium Rita Levi Montalcini, si è tenuto un incontro di Educazione Civica dal titolo “Gli strumenti a sostegno del reddito”. Il relatore è stato Giovanni Gallo, professore dell’università di Modena e Reggio Emilia.
Il docente ha iniziato il suo intervento
fornendo le diverse definizioni di “povertà” e illustrando grafici a sostegno
della situazione italiana e, in alcuni casi, europea.
“Chi non lavora è povero? E chi invece lavora?” È uno tra i tanti spunti di riflessione di fronte ai quali l’oratore ci ha messo davanti.
Il professor Gallo è poi passato ad illustrare
la soluzione che lo Stato Italiano ha attuato per le persone in stato di
povertà e per quelle per cui non lavorare non sempre è una scelta: il reddito
di cittadinanza. Dopo una piccola introduzione ha chiesto agli studenti una
riflessione in modo anonimo a riguardo, tra i commenti video proiettati
emergevano per lo più disapprovazione e critiche. Allora il professore ha
introdotto la sua nemesi, l’Assegno d’Inclusione, attuale strumento attivo in
Italia, con lo scopo di metterci davanti a tre possibili vie. Le opzioni erano:
tenere il reddito di cittadinanza apportando migliorie, sostituire il reddito
di cittadinanza con l’assegno di inclusione o non dare nessun tipo di sostegno.
Davanti a queste sole tre scelte la maggioranza si è espressa in accordo con la prima soluzione, nessuno con la seconda e pochi con la terza.
Sono stati sufficienti solo pochi minuti per andare a smontare un pensiero costruito sulla base di notizie acquisite passivamente, attraverso la stampa, i social media o semplicemente per sentito dire. Tutti i giorni abbiamo a che fare con notizie con cui ci dichiariamo d’accordo senza nemmeno sapere spiegare il perché, senza nemmeno sapere cosa il nostro dissenso o consenso comporti per gli altri.
Non era forse questo l’obiettivo che la prof.ssa De Pascale aveva in mente quando ha organizzato l’incontro con il professor Gallo?
Metterci la pulce nell’orecchio per costringerci a fermarci a riflettere, riflettere davvero con la nostra testa.
Lo scopo - anche confermato dagli stessi docenti - era quello di far nascere in
noi domande, di qualsiasi tipo, e cercare le risposte non solo nei posti in cui
tutti le trovano, ma sforzarci di andare oltre.
Simona Nicotra.
Etichette: Educazione civica
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